I portici di Bologna

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I portici di Bologna

I portici di Bologna rappresentano un importante patrimonio architettonico e culturale per la città e ne sono simbolo insieme alle numerose torri. Non esiste al mondo un’altra città che abbia tanti portici quanto Bologna: tutti insieme i porticati misurano in lunghezza più di 38 chilometri solo nel centro storico, che raggiungono i 53 km contando quelli fuoriporta. Per via della loro rilevanza artistico-culturale, i portici bolognesi sono un bene culturale italiano candidato come “patrimonio dell’umanità” dell’UNESCO.

Storia

La prima testimonianza dei portici risale giá all’anno 1041. Furono impiegati allo scopo di aumentare gli spazi abitativi necessari per far fronte al forte incremento della popolazione dovuto all’arrivo di studenti e dotti presso l’Università di Bologna. Nati in maniera pressoché spontanea, i portici offrivano riparo dalle intemperie e dal sole, permettendo di percorrere le strade con qualsiasi condizione atmosferica. Inoltre, costituivano anche mezzo per l’espansione di attività commerciali e artigiane, e rendevano meglio abitabili i pianterreni, isolandoli dalla sporcizia e dai liquami delle strade. La massiccia espansione dei portici si ebbe a partire dal 1288, quando un bando del Comune stabiliva che tutte le nuove case dovessero essere costruite con il portico, mentre quelle già esistenti che ne fossero prive fossero tenute ad aggiungerlo, lasciando al proprietario l’onere del mantenimento, ma garantendo al Comune l’uso pubblico del suolo. In principio i portici erano realizzati in legno, poi, successivamente ad un decreto furono convertiti in laterizio o pietra.

I portici di Bologna

Il famosissimo portico di Casa Isolani in Strada Maggiore.

I Portici di Bologna rilevanti

  • Portici medievali. Un esempio famosissimo è Casa Isolani in Strada Maggiore. Il portico, sorretto da altissime travi di legno (circa 9 metri) fu eretto intorno al 1250. Si tratta di uno dei pochi esempi superstiti delle costruzioni civili bolognesi del XIII secolo ed è in stile romanico-gotico. Le travi sono in legno di quercia e sostengono lo sporto del terzo piano dell’edificio.
    Altri esempi di portici lignei medievali sono quelli di casa Grassi e delle case dirimpetto in via Marsala, di casa Azzoguidi in via San Niccolò e di casa Ramponesi in via del Carro.
  • Portici rinascimentali. Il Rinascimento lascia a Bologna vari esempi dell’architettura del tempo, come il portico laterale della basilica di San Giacomo Maggiore in via Zamboni, il palazzo Bolognini-Isolani e le case Beccadelli in piazza Santo Stefano, le arcate decorate con motivi floreali del palazzo del Podestà e l’altissimo portico “dei Bastardini” in via D’Azeglio.
  • Il portico del Pavaglione è la loggia che si estende da Via De’ Musei fino a Via Farini. Nell’ultimo tratto si trova lo storico edificio del’Archiginnasio. Il portico è lungo 139 metri su 30 arcate e rappresenta il tradizionale passeggio elegante della città.

Portici fuori dal centro storico

  • Il portico degli Alemanni. Si tratta del portico più antico di Bologna costruito fuori dalla cerchia delle mura ed il secondo per lunghezza dopo quello che porta al Santuario di San Luca. Misura circa 650 metri e consta di 167 archi.
  • Il portico di San Luca;
  • il portico della Certosa.

I primati

  • Il portico più largo è il portico della basilica di Santa Maria dei Servi in Strada Maggiore
  • Il portico più alto. Il portico più alto della città, invece, è quello del palazzo dell’Arcidiocesi di Bologna, in via Altabella, che sfiora i dieci metri d’altezza.
  • Il portico più stretto. Il portico più stretto della città, con appena 95 centimetri di larghezza, si trova in via Senzanome, nel quartiere Saragozza. 
  • Il portico più lungo. Il portico di San Luca, con i suoi 3.796 metri di lunghezza, è il portico più lungo al mondo.
I portici di Bologna

Il portico di San Luca decretato il portico più lungo al mondo.

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Avatar Luciano Monteleone
Programmatore e web designer per lavoro, da sempre ho amato viaggiare ed esplorare culture e tradizioni di tutto il mondo. Ai tour organizzati preferisco la libertà di muovermi e di inseguire la mia curiosità; mi lascio attrarre dalle situazioni particolari, dalla gente, dai profumi della natura e del cibo. Viaggiare è vivere l’istinto del momento perché altrimenti che scoperta sarebbe?
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