Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa

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Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa

Alle porte di Bologna esiste un mondo naturale ricco di misteri e affascinante come la luna che riflette la sua luce sui cristalli lucenti delle pareti rocciose…..siamo nel Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa.

Istituito nel 1988, si estende su una superficie di quasi 5000 ettari tra i Comuni di Bologna, San Lazzaro di Savena, Ozzano dell’Emilia e Pianoro.
Caratterizzato dalle emergenze rocciose gessose (la selenite nel dialetto bolognese) e i calanchi argillosi è facilmente visitabile a piedi, in MTB e a cavallo scegliendo tra i diversi percorsi organizzati e tracciati dal Parco e dal CAI.
Sicuramente il più bello e affascinante è quello della Dolina della Spipola, subito sopra la frazione della Ponticella di San Lazzaro di Savena.
Buco delle candeleIl visitatore rimane subito colpito dal paesaggio, caratterizzato dalla grande depressione della dolina in fondo alla quale si trova l’ingresso della grotta della Spipola, scoperta nel 1932 da Luigi Fantini e oggi visitabile su prenotazione. Tutto attorno si alternano affioramenti gessosi, boschi di roverella e coltivi in cui è facile osservare gli animali selvatici che trovano in questa area protetta un habitat sicuro e ideale per vivere.

Il percorso inizia dalla località la Palazza, antico edificio colonico con il basamento costruito in blocchi di gesso, per percorrere la strada che conduce al Casetto (altra casa) con bella veduta panoramica sulla dolina.
Arrivati al casetto si prende a destra seguendo il sentiero che, attraverso un prato, conduce al ballatoio sul Buco dei Vinchi, piccola grotta visitabile dalle scuole.
Seguendo il sentiero si arriva ad un incrocio, dove si prende a destra in direzione dell’altopiano del Miserazzano, splendido terrazzo roccioso con vista panoramica sulla città di Bologna.
Tornati all’incrocio si prosegue verso il Buco delle Candele, splendida formazione gessosa erosa dall’acqua che ha formando delle colonne alte quasi 10 metri.
Subito sopra, in mezzo ad un campo, si trova l’apertura del Buco del Belvedere, tipico pozzo a campana degli altipiani carsici.
Seguendo il margine del campo si sale verso la Palestrina, antica cava di gesso e oggi utilizzata come parete di arrampicata. Attenzione all’esposizione!
Si supera adesso Via Madonna dei Boschi, per entrare nel bosco lungo un bel sentiero che velocemente conduce all’Oratorio della Madonna, oggi ristrutturato e tornato all’antico splendore.
Continuando il percorso ecco che ci si trova in vista della Valle Cieca dell’Acquafredda e di Monte Calvo; qui le acque del torrente, dopo aver percorso la valle, si inabissano sotto gli strati gessosi formando un reticolo di gallerie e sale per poi tornare alla luce alla Ponticella.

Si giunge adesso all’area della ex Cava a Filo, importante sito paleontologico da dove sono stati riportati alla luce i resti di Bisonte preistorico e di Megacero che possiamo osservare nella bellissima esposizione allestita al Museo Luigi Donini di San Lazzaro di Savena.
Usciti dal cancello si segue la strada, verso destra per un centinaio di metri, per imboccare sul lato opposto il sentiero che entra nel bosco in cui è facile trovare le fioriture di ciclamino, le orchidee e interessanti piante come l’elleboro.
Prima di arrivare ad un campo si gira a sinistra in ripida discesa per raggiungere il fondo della Dolina della Spipola, qui il sentiero passa nelle vicinanze del Buco del Calzolaio, l’antico ingresso della Grotta della Spipola.
Continuando la discesa lungo il sentiero gradinato si arriva all’ingresso della grotta, protetto da un imponente cancello in ferro, in cui ogni anno centinaia di studenti e visitatori ripercorrono il cammino esplorativo di Fantini e dei primi speleologi bolognesi.

Si esce ora dal bosco e costeggiando il prato della dolina si risale verso destra fino a dei bei affioramenti gessosi sui cui è possibile osservare la particolare presenza dei fichi d’india nani.
Ancora un piccolo sforzo in salita per tornare al punto di partenza dove ci aspetta l’acqua fresca della fontanella.
Il percorso è tutto segnato dai segni bianco rosso del CAI e da quelli del Parco, non presenta particolari difficoltà se non in presenza di fango per tratti scivolosi.

Tempo di percorrenza circa 3 ore soste e visite comprese.
Si consiglia abbigliamento adatto alla stagione, scarpe da trekking, acqua e macchina fotografica.

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