A Modena, la Confraternita del Gnocco d’Oro ha nominato i cinque nuovi Ambasciatori della “coppia fumante”, protagonisti del gusto e della cultura enogastronomica regionale
Lo scorso 18 ottobre, in Piazza Grande a Modena, si è tenuta la cerimonia con cui la Confraternita del Gnocco d’Oro ha nominato cinque nuovi Ambasciatori della “coppia fumante“, meritevoli di essersi distinti nella valorizzazione della cultura culinaria modenese ed emiliana.
I nuovi ambasciatori del 2025, ai quali Luca Bonacini – Gran Maestro della Confraternita – ha consegnato la pergamena, sono Rina Mattioli e Luca Stramaccioni, custodi della storica insegna La Nunziadeina di Nonantola; Daniele Reponi, volto noto de La Prova del Cuoco e creativo del panino gourmet; Ciro Fontanesi, direttore della Wine Academy di ALMA, ed Enzo Radunanza, giornalista, docente e fondatore de La Gazzetta del Gusto.


Storia e finalità della Confraternita del Gnocco d’Oro
Fondata nel 2011 da un gruppo di dieci gourmet modenesi, la Confraternita del Gnocco d’Oro è un’associazione no profit che, partendo dal desiderio di mappare le migliori versioni del gnocco fritto, ha ampliato nel tempo la propria attività di ricerca, studio e promozione ad altre specialità locali, dalla crescentina al borlengo, fino all’amarena brusca di Modena e alla ciliegia di Vignola.
Con la collaborazione di Artestampa Edizioni, l’associazione ha anche pubblicato una collana di tredici volumi dedicati ai sapori e alle storie dell’Emilia, contribuendo a custodire un patrimonio gastronomico e culturale apprezzato in tutto il mondo.

Il gnocco fritto: da cibo povero a pietanza stellata
Simbolo di una cucina povera ma ricca di sapore e identità, il gnocco fritto – o “gnòc”, come lo chiamano i modenesi nel dialetto locale, continua a rappresentare un emblema di convivialità. Nato da un impasto semplice di farina, acqua, sale e strutto, ha attraversato i secoli trasformandosi da cibo contadino a protagonista delle tavole e dei ristoranti, senza perdere il legame con le sue origini. La tradizione vuole che venga servito sempre in coppia, “fumante”, come gesto di condivisione e amicizia.
Con le nuove nomine, salgono a 62 gli Ambasciatori del Gnocco d’Oro: un riconoscimento simbolico ma significativo, che unisce professionisti del giornalismo, della cucina e dell’artigianato in un impegno comune a preservare e tramandare la memoria culinaria locale. Un racconto che parla di tempo, di attesa e di convivialità, gli stessi valori che, da secoli, fanno della tavola emiliana un luogo di incontro e di cultura.






