Oratorio dei Battuti

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Oratorio dei Battuti

L’Oratorio dei Battuti si trova nel Complesso di Santa Maria della Vita, nel ventre della città, il Quadrilatero, alle spalle di Piazza Maggiore dalla quale vi si accede attraversando la scenografica facciata del Palazzo dei Banchi.
Quest’area è caratterizzata da un miriade di stradine che ricalca l’antica pianta romana della città.
Il visitatore che vi entra, si trova immerso nel ventre di Bologna la grassa: botteghe, spesso prive di porte, espongono la loro merce su banchi protratti all’esterno dell’entrata; l’amore per il cibo prorompe in colori e profumi.
La nostra meta è in via Clavature, il nome, come tutte le stradine del Quadrilatero, trae origine dalle botteghe presenti in epoca medievale.
All’epoca, quando questa era una delle vie principali della città, vi lavoravano i fabbri che costruivano chiavi e serrature, Ciavadùr in dialetto bolognese.
Nel 1260 il perugino Riniero Barcobini Fasani, decide con ventimila seguaci di dirigersi a Bologna, ispirato alla missione dalla Vergine Maria.
Qui, nel 1275 Riniero fonda la Confraternita dei Battuti Bianchi, detti anche Devoti Flagellanti, e insieme ai bolognesi Bonaparte Ghisileri e alla terziaria Francescana Suor Dolce, organizza un ospedale per la cura e l’assistenza di infermi e pellegrini.
Nascono così l’Ospedale, la Chiesa e la Confraternita dedicate a Santa Maria della Vita: un capitolo importante della storia della assistenza dal momento che ospitò uno dei primi ospedali cittadini pubblici.

Oratorio dei Battuti

Un interno dell’Oratorio dei Battuti.

L’Oratorio è nato ad opera della Confraternita dei Battuti ed era la sede, collegata ma indipendente rispetto al Santuario e all’Ospedale, in cui si riunivano in forma strettamente privata i membri della Confraternita, per dedicarsi a quelle pratiche religiose, devozionali e penitenziali che erano alla base del movimento stesso.
Nelle sue forme attuali, questo prezioso esempio del primo barocco bolognese, è esattamente come fu ideato in occasione del rifacimento, all’inizio del XVII secolo, del precedente edificio quattrocentesco.
Tra il 1604 ed il 1617, su progetto dell’architetto bolognese Floriano Ambrosini e con la supervisione dei lavori affidata a Bonifacio Socchi, l’aula fu completamente ricostruita. Giulio Cesare Conventi ed Antonio Martini furono invece autori degli stucchi e dei rilievi decorativi.
Del precedente oratorio vennero conservate e ricollocate due importanti opere cinquecentesche: il gruppo in terracotta realizzato tra il 1519 e il 1522 da Alfonso Lombardi di Ferrara e raffigurante un episodio dei funerali della Vergine, il Transito, e la pala d’altare, Madonna col Bambino e santi, eseguita nel 1564 da Giovanni Francesco Bezzi detto il Nosadella.
I lavori di decorazione si sono conclusi nel 1639, come ricorda la data dipinta nella nicchia che ospita il Transito della Vergine, dove compare anche il nome del finanziatore: il conte Giovanni Pepoli, a testimonianza del legame intercorrente tra la Confraternita dei Battuti ed alcune delle più importanti famiglie bolognesi.
Il Transito, formato da 15 statue in terracotta poco più grandi del naturale, rappresenta il momento di massima tangenza dello scultore con il mondo romano e, soprattutto, con Raffaello.
Rispetto ad altri celebri oratori cittadini, quello dei Battuti prevede l’uso dell’affresco solo per la cappella, le volte e la cupola dell’altare, mentre le pareti ed il soffitto dell’aula sono destinati ad accogliere dipinti su tela di diverse dimensioni, scelti in base ad una specifica chiave di lettura, volta a coniugare il Culto Mariano con quello del Beato perugino.
I soggetti delle opere vennero infatti definiti da un preciso programma iconografico redatto dai membri della Confraternita nel 1618, come testimoniano i documenti d’archivio.
Lo prova la tela rinascimentale del Nosadella che adorna l’altare: a tre secoli di distanza dalla sua missione, il Beato umbro viene proposto ai piedi della Madonna, in un’immagine che mira ad unire idealmente la pratica della sua flagellazione con la passione di Cristo, ed è confortato dai Santi Apostoli Giacomo, Pietro e Paolo, assieme a San Girolamo, considerato il padre della Chiesa di lingua latina.
Con le riforme napoleoniche del 1796-97, i beni della Confraternita vengono espropriati e diventano pubblici.
Completamente restaurato nel 1997, vi è stato recentemente annesso il Museo della Sanità e dell’Assistenza della città di Bologna.

Come arrivare all’Oratorio dei Battuti

in bus: linee e orario sul sito  www.tper.it

in auto: situato in zona a traffico limitato ZTL. Uscite tangenziale più vicine n. 2-3-5 direzione centro.

Modalità di ingresso

Museo e Oratorio dei Battuti

  • intero € 6;
  • ridotto € 4 (Gruppi scolastici, Gruppi di min 15 pax, Possessori di un biglietto di un’altra sede Genus Bononiae,  Convenzioni -Tper, Coop, Alitalia, Dante Alighieri- Giovani dai 6 ai 18 anni, Studenti Universitari, Possessori Card Musei Metropolitani Bologna, Possessori Bologna Welcome card, Possessori tessera FAI);
  • gratuito: Bambini fino a 5 anni, Disabile con accompagnatore, Guida turistica con tesserino, Forze dell’ordine, Possessori Membership Card Genus Bononiae.

Biglietto integrato

Compianto + Museo e Oratorio dei Battuti

  • intero € 8; ridotto € 5 (Gruppi scolastici, Gruppi di min 15 pax, Possessori di un biglietto di un’altra sede Genus Bononiae,  Convenzioni -Tper, Coop, Alitalia, Dante Alighieri- Giovani dai 6 ai 18 anni, Studenti Universitari);
  • gratuito: Bambini fino a 5 anni, Disabile con accompagnatore, Guida turistica con tesserino, Forze dell’ordine, Possessori Membership Card Genus Bononiae.

Orario di apertura

Da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00.
Chiuso: lunedì.
15 agosto 2018 dalle 10 alle 19.

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Avatar Luciano Monteleone
Programmatore e web designer per lavoro, da sempre ho amato viaggiare ed esplorare culture e tradizioni di tutto il mondo. Ai tour organizzati preferisco la libertà di muovermi e di inseguire la mia curiosità; mi lascio attrarre dalle situazioni particolari, dalla gente, dai profumi della natura e del cibo. Viaggiare è vivere l’istinto del momento perché altrimenti che scoperta sarebbe?
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