Sonia Bergamasco con “La locandiera” inaugura la Stagione di Prosa 2023/2024 del Duse

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Sonia Bergamasco con “La locandiera” inaugura la Stagione di Prosa 2023/2024 del Duse

Lo spettacolo con la regia di Antonio Latella sarà in scena dal 20 al 22 ottobre. Anticipa un cartellone con 80 interessanti proposte del teatro di via Cartoleria

La ricca stagione di Prosa del Teatro Duse, presentata di recente (ne avevamo scritto qui), inizia alla grande con un classico della letteratura e un’accoppiata davvero prestigiosa. Il 20 ottobre alle 21, infatti, Sonia Bergamasco andrà in scena con “La locandiera” di Carlo Goldoni. Diretto da Antonio Latella, lo spettacolo sarà replicato il 21 e il 22 ottobre, rispettivamente alle ore 21 e alle ore 16.

Nel nuovissimo allestimento firmato dal Teatro Stabile dell’Umbria, Latella mette in luce la forza rivoluzionaria e politica di un testo che vede per la prima volta una protagonista femminile, emblema di emancipazione e simbolo di un cambiamento che segnerà tutta la drammaturgia a venire.

La Locandiera al Teatro Duse: la trama

Mirandolina gestisce la locanda ereditata dal padre, insieme al fedele cameriere Fabrizio al quale è legata da una promessa di matrimonio fatta al genitore prima che morisse. La locanda è frequentata da due clienti innamorati della padrona: il Conte d’Albafiorita, che la corteggia spendendo grandi quantità di denaro, e lo squattrinato Marchese di Forlipopoli, che tenta di conquistarla facendo leva sul titolo nobiliare. Con intelligenza e superiorità, la “locandiera” argina corteggiamenti e pretendenti accettando secondo convenienza qualche dono.

Gli equilibri mutano quando arriva alla locanda il misogino Cavaliere di Ripafratta. Mirandolina avverte il disprezzo che il Cavaliere nutre per le donne come una sfida e decide di mettere in atto un piano per farlo capitolare. Tra equivoci e inganni, arricchiti e movimentati anche dall’arrivo delle due commedianti Ortensia e Dejanira, Mirandolina riesce a far innamorare il Cavaliere che, però, perde la testa. La quiete si ristabilisce solo quando Mirandolina accetta di sposare Fabrizio ma, come in altre opere goldoniane, la fine degli intrighi porta con sé un’ombra di malinconia.

La Locandiera al Teatro Duse con Sonia Bergamasco

Sonia Bergamasco in scena (Foto © Gianluca Pantaleo.

«Penso a Café Müller di Pina Bausch. Penso ad una donna nata e cresciuta nella locanda, un luogo-mondo che accoglie infiniti mondi. – scrive Latella nelle sue note regia – Nel testo goldoniano il tema dell’eredità è il punto cardine di tutto. Mirandolina seduta sul letto di morte del padre riceve in eredità la locanda, ma anche l’ordine di sposarsi con Fabrizio, il primo servitore della Locanda. In questo credo che ci sia un’inconsapevole identificazione del padre con il servo, come erede virtuale in quanto maschio. Più che un uomo per la figlia, il padre sceglie un uomo per la locanda, un uomo pronto a tutto pur di proteggere la locanda. Credo che Goldoni con questo testo abbia fatto un gesto artistico potente ed estremo, un gesto di sconvolgente contemporaneità: innanzitutto siamo davanti al primo testo italiano con protagonista una donna, ma Goldoni va oltre, scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia. Di fatto, Mirandolina riesce in un solo colpo a sbarazzarsi di un cavaliere, di un conte e di un marchese. Scegliendo alla fine il suo servitore come marito fa una scelta politica, mette a capo di tutto la servitù, nobilita i commercianti e gli artisti, facendo diventare la locanda il luogo da dove tutta la storia teatrale del nostro Paese si riscriverà, – precisa il regista – la storia che in qualche modo ci riguarda tutti”. “Goldoni fa anche un lavoro sulla lingua, accentuando un italiano toscano. Per essere Mirandolina bisogna essere capaci di mettersi al servizio dell’opera, ma anche non fare del proprio essere femminile una figura scontata e terribilmente civettuola, cosa che spesso abbiamo visto sui nostri palcoscenici” avverte Latella, che aggiunge “spesso noi registi abbiamo sminuito il lavoro artistico culturale che il grande Goldoni ha fatto con quest’opera, l’abbiamo ridimensionata cadendo nell’ovvio e riportando il femminile a ciò che gli uomini vogliono vedere: il gioco della seduzione. Goldoni, invece, ha fatto con questo suo testamento, una grande operazione civile e culturale. Siamo davanti ad un manifesto teatrale che dà iniziò al teatro contemporaneo, mentre per un’assurda cecità noi teatranti lo abbiamo banalizzato e reso innocente”. “La nostra mediocrità non è mai stata all’altezza dell’opera di Goldoni e, molto probabilmente, non lo sarò nemmeno io. Spero, però, di rendere omaggio a un maestro che proprio con Goldoni ha saputo riscrivere parte della storia teatrale italiana: – conclude – parlo di Massimo Castri».

Insieme a Sonia Bergamasco, nel cast ci sono Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo e Valentino Villa.

Teatro Duse
Via Cartoleria, 42 Bologna – Tel. 051 231836 – biglietteria@teatroduse.it
Acquisto biglietti dal martedì al sabato, dalle ore 15 alle 19, e da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo
On line: teatroduse.it | Vivaticket

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